Museo Nazionale degli Strumenti Musicali

Alle origini della musica

Il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma, costituito in gran parte dalla vasta ed eterogenea collezione privata di Evan Gorga, accoglie oggi circa tremila esemplari di varia epoca e provenienza, dei quali oltre ottocento sono esposti.

Evan Gorga (all'anagrafe Gennaro Evangelista Gorga) fu un tenore che bruciò in soli quattro anni le tappe di una carriera folgorante, iniziata nel 1895 con la Mignon di Thomas e culminata nel 1896 al Teatro Regio di Torino, dove interpretò il ruolo di Rodolfo nella prima assoluta della Bohème di Puccini sotto la direzione di Arturo Toscanini. Dopo il suo definitivo ritiro dalle scene Gorga si dedicò esclusivamente al collezionismo, raccogliendo nell'arco di alcuni decenni circa 150.000 pezzi, suddivisi in trenta collezioni - comprendenti armi antiche, terrecotte, bilance, giocattoli e farmacie da viaggio - tra le quali spiccava per ricchezza quella dedicata agli strumenti musicali. Per ragioni economiche e di spazio il tenore collezionista fu costretto a disfarsi di parte della raccolta, ma conservò gli strumenti musicali, che stipò in dieci appartamenti presi in affitto in Via Cola di Rienzo 285 a Roma. Una selezione di 250 strumenti venne esibita per la prima volta al pubblico nel corso dell'Esposizione Internazionale di Roma del 1911, organizzata per celebrare il cinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Nel 1929, su sollecitazione dello stesso Gorga, lo Stato sottopose a sequestro amministrativo le collezioni, soprattutto per evitarne lo smembramento, sistemandole nei depositi di diverse sedi museali.

Soltanto nel 1943 si riaprirono le casse dove gli oggetti erano stati chiusi per procedere a una prima ricognizione. A sei anni di distanza, nel 1949, lo Stato Italiano acquistò la raccolta, stipulando una convenzione che prevedeva il pagamento dei debiti contratti da Gorga e la concessione di un vitalizio al venditore. Gli strumenti musicali non ricevettero subito una adeguata sistemazione, ma furono dislocati in molteplici magazzini, finché nel 1964 sono stati tutti riuniti nella Palazzina Samoggia, ex-caserma Principe di Piemonte a Roma in piazza Santa Croce in Gerusalemme, attuale sede del Museo.

I lavori di ristrutturazione dell'edificio, iniziati nel 1971, terminarono il 27 marzo 1974 con l'inaugurazione del Museo degli Strumenti Musicali. Da allora la già ricchissima raccolta, che si estende lungo un arco cronologico di oltre duemila anni, è stata ulteriormente ampliata con l'acquisizione di rarissimi e preziosi esemplari, tra i quali il pianoforte costruito da Bartolomeo Cristofori nel 1723, l'Arpa Barberini e il gruppo di cornamuti torti cinquecenteschi del bavarese Joerg Weier.

La direttrice del museo, l'architetto Sonia Martone, racconta il futuro dell'istituzione teso verso la modernità e l'inclusione:

Siamo in un luogo in evoluzione che racconta la storia di tutti gli strumenti musicali, a partire dall’antichità fino ai nostri giorni.  È uno spazio fluido, uno spazio multidisciplinare, dove le diverse competenze si potranno confrontare, dove i restauri avverranno “in situ” e addetti ai lavori e non addetti ai lavori – soprattutto i ragazzi, le giovani generazioni – avranno modo di conoscere e di vedere come si restaura uno strumento musicale, come è fatto uno strumento musicale e di sentirne il suono.