Le percussioni

Nuove sonorità per il Novecento

Si può affermare, senza il timore di essere smentiti, che non esistono strumenti musicali più antichi di quelli a percussione, ad eccezione della voce umana. Può sfuggire, forse, il ruolo determinante che questi hanno avuto e hanno nella storia della musica colta: dal largo impiego dei timpani nella musica barocca, classica e romantica, fino all’esplorazione di nuove sonorità nella musica del Novecento, secolo di maggiore potenziamento e utilizzo di questi strumenti (da Stravinsky al Minimalismo americano di Steve Reich e Terry Riley).
Carmelo Giuliano Gullotto, percussionista (principale tastierista con obbligo dei timpani) dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, racconta le percussioni a partire dal momento in cui scaturì la decisione di “adottarle” come i propri strumenti d’elezione. Poi, descrive le diverse morfologie, i timbri, le possibilità espressive, il repertorio (compositori e opere), che maggiormente ne valorizzano le peculiarità, sia da solista, sia in ensemble. Brevi esibizioni live e materiali di archivio intervallano e accompagnano la narrazione.

Da bambino piccolo, non potevo stare fermo. Quando mi mettevano davanti alla televisione, picchiettavo dappertutto. Mia mamma Teresa mi racconta che prendevo forchette, coltelli, cucchiai, rischiando anche di farmi male, erano terrorizzati, ma io non riuscivo a non percuotere

Carmelo Giuliano Gullotto

Figlio d’arte, Carmelo Giuliano Gullotto inizia a studiare musica all’età di cinque anni. A dieci, entra al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano sotto la guida del M° Campioni, docente principale della classe di strumenti a percussione. Altra importante figura di riferimento è il M° Gabriele Bianchi, primo percussionista dell’Orchestra del Teatro alla Scala, della quale entra a far parte all’età di diciannove anni. Quando ne ha ventisette, vince il concorso per l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI nella quale ha l’occasione di suonare con il M° Peter Sadlo, solista di fama internazionale, considerato, all’epoca, all’unanimità, il più grande percussionista di musica colta.