Mario Praz secondo Giuseppe Balducci

Un ingegno rinascimentale

Mario Praz nasce a Roma il 6 settembre 1896. Il padre viene da una famiglia originaria di Zermatt, immigrata nel 1535 in un villaggio della Val d’Aosta, mentre la madre discende da una famiglia nobile italiana. Si laurea in Giurisprudenza nel 1918 e in Lettere nel 1920 con una tesi sulla lingua di Gabriele D’Annunzio. Nel 1923, grazie a una borsa di studio, si trasferisce in Inghilterra, dove insegna letteratura italiana a Liverpool e poi letteratura inglese a Manchester. In questo periodo scrive La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica. Nel 1934 torna in Italia, a Roma, dove gli viene assegnata la cattedra di letteratura inglese e dove insegna fino al 1966. Lo accompagna la moglie inglese, Viven Eyles (sposata nel 1933 e da cui si separa nel 1943), anche lei docente universitaria, con cui ha una figlia. A Roma va ad abitare in via Giulia, a Palazzo Ricci, dove colleziona mobili stile Impero, suppellettili, quadri, libri preziosi, che descrive in La casa della vita (1958). Nel 1958 è nominato presidente della Fondazione Primoli, e nel 1969 va ad abitare a Palazzo Primoli, in un appartamento al terzo piano, sede ora del Museo Praz. Suo maestro spirituale è lo scrittore inglese Charles Lamb, un classico dell’umorismo, conservatore e disimpegnato. Muore a Roma il 23 marzo 1982.

Giuseppe Balducci, che ha curato Misteri d'Italia (Aragno 2022), Omelette soufflée à l'antiquaire (Aragno 2023), Collezionare libri (Aragno 2023) e sta lavorando a una raccolta di articoli dispersi di Mario Praz, originariamente pubblicati tra il 1960 e il 1971 sul supplemento Libri di "Paese Sera", traccia per noi un ritratto del grande anglista e comparatista, oltre che illustrarci queste sue opere minori.

Da Mario Praz, Collezionare libri:

Trovo  interessante in sommo grado la figura del bibliofilo perché egli rappresenta una delle più strane forme di bizzarria. E di bizzarrie io sono stato sempre vago, in qualunque forma esse si manifestino, o di strambe sculture di giardini, come i mostri di Bomarzo e i pupazzi di Bagheria, o di persone animate da qualche divorante mania, e se al numero di queste io in qualche modo appartengo non è già per l’amore dei libri, ma per l’amore dei mobili d’un certo stile – lo stile Impero – a cui ho dedicato molte più energie di quanto non comporterebbe un hobby ordinario.


Giuseppe Balducci è nato nel 1992. Ha studiato presso l’Università degli Studi di Bari, dove si è laureato in lettere con una tesi sulla sezione di emblematica del Fondo speciale «Mario Praz» (Fondazione Primoli, Roma) presso la cattedra di Bibliografia e Biblioteconomia. Si è occupato di narrativa e saggistica, con contributi, tra gli altri, su Pierre Loti, Mario Praz e Marcel Proust. Ha curato, tra l’altro, Marcel Proust, “Soggiorno a Venezia" (Milano, Luni, 2022); Pierre Loti, “Uomo di mare” (Robin, Torino, 2023).