Nathania Zevi, Il nemico ideale

L'antisemitismo e le sue forme

Numericamente gli ebrei sono pochi: quindici milioni di persone, di cui sette milioni in Israele e sei negli Stati Uniti; in Italia solo 35.000. Nel saggio di Nathania Zevi, Il nemico ideale, uscito da Rai Libri, si ricostruiscono la storia e le conseguenze dell’antisemitismo, partendo dalla constatazione che “gli ebrei morti commuovono, quelli vivi no”. Zevi descrive la nascita dello Stato d’Israele, distingue tra antisemitismo, antisionismo e antigiudaismo (fenomeni accomunati dall’identificazione di un nemico ideale sulla base di un pregiudizio), ribadisce l’utilità del giorno della Memoria. Ogni tempo ha il suo antisemitismo: in Italia l’apice è stato rappresentato dalle leggi razziali sotto il fascismo, ma ai giorni nostri il sentimento antisemita continua ad albergare in molti settori della vita sociale e fa tutt’uno con il complottismo. Conoscere il fenomeno è fondamentale per poterlo contrastare.

Nelle scuole, negli stadi, sul lavoro, spesso è ancora difficile essere ebreo e questo libro si pone l’obiettivo di raccontare la violenza in maniera trasversale, con lo scopo di imparare a riconoscerla e, dove possibile, disinnescarla.

Nathania Zevi lavora come giornalista al Tg1. Dopo la laurea in Filosofia e un master in giornalismo alla Columbia University di New York ha lavorato al Wall Street Journal, poi ha iniziato il percorso in Rai con la trasmissione “Agorà”, grazie alla quale, nel 2015, ha vinto il Premio Biagio Agnes. In seguito ha lavorato, sempre in Rai, nei telegiornali regionali, per poi approdare al Tg3, dove ha seguito per anni la politica. Con la nonna, Tullia Zevi, ha scritto a quattro mani Ti racconto la mia storia, pubblicato nel 2007 da Rizzoli.