Vito Catalano, La figlia dell'avvelenatrice

Un'avventura siciliana

Emanuele sta per compiere vent’anni. Parte con il fido Domenico per raggiungere il palazzo del conte Paruta, amico del padre; vuole studiare la flora e la fauna del posto. Siamo in Sicilia nel 1763 e invece che passare il tempo a osservare piante o animali, Emanuele si trova a combattere contro una serie di uomini che lo vorrebbero morto. Il fatto è che, poco dopo il suo arrivo, viene rapita Rosa, la figlia del conte, di cui il ragazzo si è invaghito a prima vista. La figlia dell’avvelenatrice di Vito Catalano (Vallecchi) è un romanzo storico e d’avventura, ammantato di suspense: perché i rapporti tra il conte e sua figlia sono così freddi, chi ha permesso ai rapitori di entrare nel palazzo e cosa succederà ai colpevoli del rapimento? Con stile rapido e denso, Catalano ci conduce all'interno di questo romanzo breve che è anche un ritratto della Sicilia, quella del Settecento che somiglia molto a quella dei secoli precedenti e a quella dei secoli di là da venire.

Volevo approfondire la conoscenza della flora e della fauna della zona. Avevo letto e riletto, nei due anni precedenti, gli studi del grande naturalista Francesco Cupani e mi ero messo in testa di imparare a riconoscere ogni pianta da lui catalogata, e magari, aggiungere delle nuove scoperte; inoltre c'erano gli animali, così poco osservati fino ad allora in Sicilia. Dopo aver esploraro le terre intorno a Palermo, poiché il paesaggio e la vegetazione mutavano fra una zona e l'altra, avevo deciso di andare in giro per la mia isola.




Vito Catalano è nato a Palermo nel 1979. Negli ultimi quindici anni ha vissuto fra Italia e Polonia e ha pubblicato i romanzi L’orma del lupo (Avagliano editore, 2010), La sciabola spezzata (Rubbettino, 2013), Il pugnale di Toledo (Avagliano editore,2016), La notte della colpa (Lisciani Libri, 2019). Per  Vallecchi-Firenze nel 2021 ha pubblicato Il conte di Racalmuto.