Alberto Rollo, Il grande cielo

Educazione sentimentale di un'escursionista

Prima di cominciare a salire in montagna, per il giovane Alberto Rollo c’è una lunga fase di vagheggiamento: il padre lo porta in motocicletta fino a dove partono le cime e rimanda il momento dell’ascensione (che non farà mai insieme a lui). Il sottotitolo del Grande cielo di Alberto Rollo, pubblicato da Ponte alle grazie, è Educazione sentimentale di un’escursionista e nel libro le passeggiate in montagna coincidono con la riflessione sul mondo, sugli affetti familiari, sulla letteratura. L’ammirazione per Walter Bonatti e Fausto Coppi, la rievocazione di amici scalatori come Mauro Corona, Paolo Rumiz o Franco Brevini, la montagna degli scrittori (Antonia Pozzi, Dino Buzzati, Erri De Luca tra gli altri): sono molto i temi che Rollo affronta qui, per poi ritrovarsi seduto in un bar a confrontare il ragazzo che è stato e l'uomo che è, esteriormente diversi ma uniti dalle stesse passioni.

Come siamo poveri, quanto poco ci resta del tanto che abbiamo immaginato. Il Limidario, il Monte Elbrus, gli scarponi, la meraviglia di sapere che un giorno avremmo scavallato un passo o toccato una cima. Non ho mai smesso di immaginare. O forse ho smesso, e quell’eruttare di emozioni ha continuato a lasciare sedimenti, sui quali cammino sensibile al crocchiare che fanno sotto le suole.

Alberto Rollo, nato a Milano, è scrittore, critico, traduttore ed esponente di punta dell’editoria italiana. Grande appassionato di musica, è traduttore, fra gli altri, di Jonathan Coe, Steven Millhauser, Truman Capote, Henry James. Ha pubblicato Un’educazione milanese (2016, finalista al Premio Strega 2017), L’ultimo turno di guardia (2020, Premio internazionale L’Aquila, terna finalisti Premio Napoli) e Il miglior tempo (2021).