Alessandro Mari, Qualcosa resta

L'odore del bene

Ida fa la veterinaria, è fidanzata con Pedro che lavora al forno crematorio, hanno un cane che si chiama Lobo. Ida muore all’improvviso di infarto e Pedro è schiantato dal senso di colpa perché le aveva appena detto che tra loro le cose non funzionavano come un tempo. Siamo ad Aridosa, un piccolo borgo che si è ripopolato grazie all'iniziativa di una ex docente universitaria, decisa a finire la sua vita in compagnia di amici ugualmente anziani e di persone giovani che possono prendersi cura di loro. L'io narrante del romanzo di Alessandro Mari Qualcosa resta (Feltrinelli) è Adelio, il fratello di Ida, che si sobbarca il compito di sollevare Pedro dal suo dolore schiacciante. Un libro sulla perdita che invita a considerare quello che lasciamo dietro di noi, mettendo in primo piano il tema del bene, ultimamente molto poco esplorato dalla letteratura.

La morte un odore ce l’ha, come ce l’hanno le malattie, un odore tutto loro, specifico. Esistono centinaia di ricerche, roba scientifica, basta studiare. Ma quel che non ti dicono da nessuna parte è che ce l’ha anche la vita, un odore… un odore di buono. Ce l’ha l’amore che uno dimostra per le cose, per le idee, per gli altri. È questo l’odore più forte che lasciamo in giro, e forse si fa ancora più forte quando la fine si avvicina…



Alessandro Mari (1980) è narratore e traduttore. Con Troppo umana speranza (Feltrinelli, 2011), suo esordio narrativo, si è imposto all’attenzione di pubblico e critica vincendo il Premio Viareggio-Rèpaci. Ha poi pubblicato Gli alberi hanno il tuo nome (Feltrinelli, 2013), L’anonima fine di Radice Quadrata (Bompiani, 2015), Cronaca di lei (Feltrinelli, 2017) e la graphic novel Randagi (Rizzoli-Lizard, 2016). I suoi lavori sono tradotti in Europa e in Sudamerica. Ha inoltre firmato e condotto programmi di cultura per la televisione.