Lorena Spampinato, Piccole cose connesse al peccato

Sulla soglia

Enza e sua madre Angela vanno a passare l’estate nella casa dei nonni in Sicilia; chiedono ad Annina, cugina di Enza, di andare con loro in modo che le ragazze si facciano compagnia. Siamo alla fine degli anni novanta e in Piccole cose connesse al peccato (Feltrinelli) Lorena Spampinato mette in scena la rete di rapporti tra le due  protagoniste di quindici e quattordici anni. Da bambine erano molto legate, ora faticano a trovare punti di contatto perché Enza è più matura e più sicura di sé di Annina e la seconda è molto gelosa della prima. Poi c’è Bruna che al paese ci vive e trascina le altre due in una vischiosa relazione con un gruppo di ragazzi, prima accusandoli di essere gli autori di un furto di biciclette, poi partecipando ai loro ritrovi. Sullo sfondo le madri, temute, disprezzate, ignorate: comunque considerate un modello negativo da cui prendere il più possibile le distanze. Un romanzo sulle ambiguità dell'adolescenza femminile, sugli abissi che si splancano in questa età inquieta. 

Non lo dissi, ma questo pensavo: chiunque ci guardasse da dietro vedrebbe due amiche godersi il vento, il mare di agosto. Direbbe: Che meraviglia la loro età. Per loro e tutto facile, è tutto bello. Mai penserebbe a quanto può essere triste - ridicola, disperata - una mattina d'estate quando si è solo ragazze.


Lorena Spampinato è nata a Catania nel 1990. Ha vissuto a Londra e a Roma e si è laureata in Scienze politiche. Il suo romanzo, Il silenzio dell’acciuga (Nutrimenti, 2020), è stato proposto per il premio Strega 2020 da Lidia Ravera.