Piero Balzoni, La vita degli anfibi

La scomparsa del padre

In Vita degli anfibi di Piero Balzoni, pubblicato da Alter Ego Edizioni, l’io narrante è una bambina e poi una donna che si confronta con l’assenza del padre. L’uomo è sparito d’estate il giorno del compleanno della ragazzina, mentre erano in vacanza vicino a un caseificio abbandonato in riva al lago. Da allora la madre ha preso a estraniarsi da tutto. Balzoni racconta il ritorno in città di madre e figlia, l’avvolgersi di questa nei ricordi e negli oggetti paterni, le indagini poliziesche che girano a vuoto. La protagonista, divenuta infermiera, si avvicina a Giulio, il proprietario di una cartoleria che ha perso la giovane figlia per un incidente: sarà lui ad accompagnarla dove tutto è iniziato e dove niente è più com'era. Giocando sull'indistinto, su personaggi archetipici, Piero Balzoni scrive un libro sulla memoria che mente, sui luoghi dell'infanzia che non combaciano con quelli che ci portiamo dentro. 

Disegnavo uno spazio vuoto intorno e mi preparavo per il momento in cui saremmo tornate al caseificio, alla nostra vita vera, alle acque nere di un lago che una volta ogni tanto si portava via qualcuno. Un mulinello, l'acqua pesante, e magari stavolta era toccato proprio a lui. A mio padre.


Piero Balzoni è nato e vive a Roma. Regista e script editore per la televisione, collabora con la Rai e con Lux Vide. Ha esordito con Come uccidere le aragoste (Giulio Perrone 2015).