Dedica a Maylis de Kerangal

XXIX Edizione del festival

La XXIX edizione di Dedica Festival ha avuto per protagonista la scrittrice francese Maylis de Kerangal. Autrice di grande e profonda sensibilità, viene considerata uno dei nomi più rilevanti della letteratura contemporanea. I suoi romanzi spaziano in ambiti e contesti diversi e hanno sempre forti agganci con la realtà. La sua scrittura ha un ritmo incalzante e si avvale di un linguaggio ampio, frutto di una ricerca accurata dove le componenti specialistiche finiscono per alimentare la narrazione, stimolare riflessioni e arricchire una conoscenza non solo tecnica, ma anche e soprattutto emozionale. Il festival è stato aperto da una conversazione tra la sua protagonista, tradotta da Marina Astrologo, e la scrittrice Federica Manzon. Alberto Parigi, Assessore alla Cultura del Comune di Pordenone, ha consegnato a Maylis de Kerangal il Sigillo della Città di Pordenone, prestigioso riconoscimento assegnato “a persone che onorano l’alto senso del sociale, della cultura e della politica”.

 Per me la letteratura è un modo per sondare e interrogare il mondo contemporaneo. Il romanzo non fa altro che designare il percorso che ho fatto per scriverlo, partendo da uno stato d'ignoranza e cercando d'imparare qualcosa di questo mondo. Alla fine, il risultato è una forma di conoscenza non solo tecnica ma anche e soprattutto emozionale.


Maylis de Kerangal è nata a Tolone nel 1967. Dopo aver trascorso l’infanzia e l’adolescenza a Le Havre, si trasferisce a Parigi dove si laurea in Storia e filosofia e in Scienze sociali. Nel 2000 dà alle stampe il romanzo Je marche sous un ciel de traîne, che dà inizio alla sua carriera letteraria. Autrice di svariati romanzi e raccolte di racconti, fra le sue opere pubblicate in Italia: Nascita di un ponte (tradotto da Maria Baiocchi e Alessia Piovanello, Feltrinelli 2013), Riparare i viventi (tradotto da maria Baiocchi e Alessia Piovanello, Feltrinelli 2015), Lampedusa (tradotto da Maria Baiocchi e Daniela De Lorenzo, Feltrinelli 2015), Corniche Kennedy (tradotto da Maria Baiocchi, Feltrinelli 2018), Un mondo a portata di mano (tradotto da Maria Baiocchi, Feltrinelli 2020), Canoe (tradotto da Maria Baiocchi, Feltrinelli 2022), Fuga a est (tradotto da Maria Baiocchi, Feltrinelli 2023). Per i suoi lavori ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui: Premio Murat (2009), Prix Médicis (2010), Prix Landerneau (2012), Prix France Culture/Télérama (2014), Premio Gregor von Rezzori (2014), Premio Prix RTL (2014), Grand Prix de littérature Henri Gal de l’Académie Française (2014), Premio letterario Merck-Serono (2015), Premio Letterario Giovanni Boccaccio per la Letteratura internazionale (2016). Nel 2004 ha fondato la casa editrice Éditions Le Baron Perché, specializzata in letteratura per l’infanzia, e in seguito ha realizzato i testi per due libri per ragazzi Nina e les oreillers (2011) e Hors-pistes (2014). È nella redazione della rivista culturale Inculte. Vive e lavora a Parigi.

Ideato e curato da Thesis Associazione Culturale, il progetto Dedica è sostenuto da istituzioni ed enti pubblici – in particolare dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dal Comune di Pordenone, dalla Fondazione Friuli – e realizzato con il sostegno di  Servizi CGN, COOP Alleanza 3.0, UnipolSai – AssiLab Previdenza e Servizi Pordenone, BCC Pordenonese e Monsile. L’edizione 2023 del festival ha inoltre ottenuto il Patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, dell’Università degli Studi di Udine e dell’Alpen-Adria Universität di Klagenfurt. Curatore del Festival è Claudio Cattaruzza.

Prima di Maylis de Kerangal sono stati insigniti del Sigillo della Città altri protagonisti internazionali di Dedica: Amin Maalouf, Vassilis Vassilikos, Assja Djebar, Paco Ignacio Taibo II, Anita Desai, Amos Oz, Nadine Gordimer, Paul Auster, Hans Magnus Enzensberger, Cees Nooteboom, Wole Soyinka, Javier Cercas, Tahar Ben Jelloun, Luis Sepúlveda, Yasmina Khadra, Björn Larsson, Atiq Rahimi, Gioconda Belli, Paolo Rumiz, Mathias Énard.