Franca Cavagnoli, Nel rumore del fiume

Ad altezza bambina

Il romanzo di Franca Cavagnoli, Nel rumore del fiume, pubblicato da Polidoro, s’incentra su Beatrice, una bambina a cui è morta la mamma. Dopo un periodo per lei molto difficile, viene mandata in un paese del Sud, dove a prendersi cura di lei è Mina, una vedova gentile. Cavagnoli entra nei pensieri di Beatrice, che più che nel presente vive nei ricordi di quando cuciva insieme alla madre, del primo giorno di scuola insieme a lei, dei momenti passati a leggere ad alta voce in sua compagnia. Intorno alla protagonista che fatica ad andare avanti c’è un coro composto dai fratelli, dalla nonna, da varie presenze che a vario titolo si preoccupano per lei. Lo sfondo del libro sono il paese sull’Adda, in cui Beatrice è nata e cresciuta, e quello in Puglia dove approda in piena crisi: in entrambi domina la natura con cui la bambina ha un rapporto speciale. Il linguaggio ha una grande importanza in Nel rumore del fiume: Beatrice ama le parole, più sono complesse più le assapora, ma di fronte alla morte della madre si chiude in lunghi mutismi come se non avesse più niente da dire a nessuno. Quella di Franca Cavagnoli è una prosa ricca e sensibile, capace come poche di rendere dall’interno il dolore della protagonista. In questa intervista l'autrice ci racconta come nella costruzione del personaggio di Beatrice siano confluite da una parte la storia di sua madre da bambina e dall'altra la percezione del dolore per la morte di lei, avvenuta di recente.

Ah, ecco dove sei!
Mina era ferma davanti all'ulivo. Di qua e di là, vicino ai piedi, due sporte con la spesa.
Che ci fai seduta lì dentro?
Aspetto.
Aspetti? E chi aspetti?
I ricordi.
I ricordi? Quali ricordi?
I ricordi del paese.
Ma non disse che i ricordi migliori arrivavano al tramonto e non al mattino presto quando Mina andava a fare la spesa. Era quando il sole scendeva, e la terra diventava ancora più rossa, e le ombre si facevano lunghe, e la luce diventava magica, che i ricordi arrivavano. Anche quelli brutti.


Franca Cavagnoli ha pubblicato i romanzi Una pioggia bruciante (Feltrinelli 2015; Premio Città di Cuneo per il primo romanzo e finalista premio Bergamo; originariamente pubblicato da Frassinelli nel 2000), Luminusa (Frassinelli 2015), Non si è seri a 17 anni (Frassinelli 2007; finalista Premio l’Inedito Maria Bellonci), il saggio La voce del testo. L’arte e il mestiere di tradurre (Feltrinelli 2012; nuova edizione 2019; Premio Lo straniero 2013). Nel 2022 ha pubblicato per Orecchio Acerbo il suo primo libro per l’infanzia, La Bocca dell’Adda. Ha tradotto e curato, tra gli altri, opere di William S. Burroughs, J.M. Coetzee, Nadine Gordimer, James Joyce, Jamaica Kincaid, Katherine Mansfield, Toni Morrison, V.S. Naipaul, George Orwell, Robert Louis Stevenson e Mark Twain. Cura per Adelphi l’edizione italiana dell’epistolario di Samuel Beckett. Insegna Traduzione letteraria e Revisione del testo editoriale al Master in Editoria dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con la Fondazione Mondadori e l’Associazione Italiana Editori. Ha collaborato a Linea d’ombra, Diario e Alfabeta 2 e ora collabora a Il Manifesto, Alias e L’indice dei libri del mese.