Hermann Broch secondo Luca Crescenzi

L'incognita

Ambientato nel 1926 a Vienna, il secondo romanzo di Hermann Broch, L’incognita, viene pubblicato per la prima volta nel 1933, e torna ora in libreria nella collana Origine di Carbonio, tradotto da Luca Crescenzi, che ha scritto anche la prefazione al testo. Protagonista del libro è Richard Hieck, un giovane matematico che si occupa di teoria degli insiemi, e per mantenersi accetta il posto di assistente di astronomia. Il padre di Richard, definito da Broch “un uomo notturno capitato per caso nel mondo diurno” è morto; la madre non si riconosce nell'età che ha; la sorella Susanne è dominata dalla devozione religiosa e vuole farsi suora; il fratello Otto ha inclinazioni artistiche e un grande disagio interiore, poi ci sono un fratello in Sudamerica e una sorella che vive a Berlino. Caratterizzato da uno sperimentalismo stilistico che lo avvicina all’opera di Joyce, L’incognita esplora il tema dell’interiorità e della conoscenza, arrivando alla conclusione che la conoscenza razionale e scientifica costituisce solo il frammento di una conoscenza più grande che abbraccia la vita e la morte, il razionale e l’irrazionale. Secondo Luca Crescenzi questo libro formula “una diagnosi quanto mai esatta della posizione dell’intellettuale nel suo tempo” e la collega “a una visione del sapere come difesa dall’oscurità e dal nichilismo”.

Richard, con le scarpe ai piedi e i reggicalze intorno ai grossi polpacci pelosi, sedeva proteso in avanti e osservava la valle che ondeggiava dinanzi a lui nella fluttuante oscurità da cui affioravano le stelle. Intuiva in sé la notte da cui veniva e tutte le notti che aveva vissuto e che giacevano dinanzi alla sua vita cosciente, poiché ora la notte stessa fluiva in lui e riempiva i suoi polmoni risvegliando in essi un angelo, non certo verificabile sul piano anatomico, e tuttavia presente da sempre, l'angelo umiliato e offeso del fanciullo, che era diventato sentimentale e timido proprio a causa della sua umiliazione.


Hermann Broch nasce a Vienne nel 1886 da una famiglia ebraica di industriali. Porta avanti per gran parte della giovinezza l’azienda di famiglia, e solo intorno ai quarant’anni si dedica alla letteratura, alla filosofia e allo studio della matematica. Dopo l’occupazione dell’Austria da parte dei nazisti emigra negli Stati Uniti. Tra le sue opere più importanti: la trilogia I sonnambuli (1931-32), La morte di Virgilio (1945), Gli incolpevoli (1950). Accanto alle opere di narrativa ha lasciato una notevole produzione saggistica. Muore nel 1951.

Luca Crescenzi (Roma 1961) ha studiato nelle università di Roma, Bonn e Monaco di Baviera e ha insegnato nelle università di Urbino, Pisa, Roma, Rostock. Dal 2015 è professore ordinario di Letteratura tedesca all’Università di Trento. Ha scritto monografie e saggi sull’età di Goethe e sulla letteratura tedesca del Novecento e ha tradotto opere di Schiller, Goethe, Hölderlin, E.T.A. Hoffmann, Nietzsche e Thomas Mann. Ha rivestito numerosi incarichi scientifici e dal 2019 è presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma.