Gianluca De Sanctis, Roma prima di Roma

Miti e fondazioni della città eterna

Le origini della città di Roma si perdono nel mito e nelle sue varianti. A prevalere è la versione del IV secolo a C che mescola insieme la tradizione ellenica legata alla figura dell’esule Enea e quella indigena dei due gemelli Romolo e Remo. Nel saggio Roma prima di Roma, Miti e fondazione della città eterna di Gianluca De Sanctis, pubblicato da Salerno editore, a emergere con chiarezza è soprattutto la “porosità” che Roma dimostra nei confronti delle diverse popolazioni, la sua capacità di integrare lo straniero. Lungi dall’erigere la purezza etnica a valore, i romani fanno del meticciato un paradigma culturale. Il sacrificio di Remo è necessario alla nascita della città: egli infatti viola la santità delle mura appena erette. L’Asylum eretto sul Campidoglio è il simbolo della promiscuità ancestrale che fece grande Roma, consentendole un’enorme espansione. Un saggio militante che invita a trarre insegnamenti dalla storia e a demolire il falso mito della purezza della razza. 

In fatto di miti delle origini i Romani furono degli anticonformisti: raccontavano di una città nata da un asilo, promiscua, che era cresciuta e diventata grande accogliendo gli stranieri, i vinti, persino concedendo la libertà agli schiavi, in cui mescolare il sangue non sarebbe stato un tabù, ma una virtù.

Gianluca De Sanctis insegna Storia romana all’Università degli Studi della Tuscia e collabora con il Centro AMA – Antropologia del Mondo Antico dell’Università di Siena. Tra i suoi libri: La religione a Roma (Roma 2012), e La logica del confine. Per un’antropologia dello spazio nel mondo romano (Roma 2015).