Benjamin Taylor, Siamo ancora qui

La mia amicizia con Philip Roth

Benjamin Taylor conosce Philip Roth nel 1995 a una festa di compleanno, gli scrive dopo aver letto il suo romanzo Ho sposato un comunista e tre anni dopo cominciano a uscire Insieme a pranzo, diventando grandi amici. In Siamo ancora qui, La mia amicizia con Philip Roth, tradotto da Nicola Manuppelli per Nutrimenti, Taylor rievoca momenti passati con Roth e brani delle loro conversazioni. Tra i temi in primo piano l’importanza della formazione a Newark in una famiglia solida e affiatata, il primo rovinoso matrimonio con una donna piena di turbe, l’allergia per la monogamia e il tormento della rettitudine, la sofferenza per il Nobel mancato. Con Taylor, Roth parla spesso dei suoi libri, del suo interesse per gli individui intrappolati in situazioni particolari, dei suoi insaziabili appetiti emotivi. Ricco di aneddoti illuminanti, il libro di Taylor si può leggere anche come un ode all’amicizia e ai suoi grandi doni. 

 
Nonostante tutti i cambiamenti e i mascheramenti della finzione narrativa, non sono stati tanto i protagonisti dei suoi romanzi quanto l’uomo stesso a irrompere, libro dopo libro, sotto i riflettori, provocando adulazione, odio, commenti dotti, tutto tranne che indifferenza. Come con pochi altri scrittori, i lettori si sono sentiti ammessi in un santuario interiore che percepiscono in modo intenso.

Benjamin Taylor è autore di due romanzi, Tales Out of School e The Book of Getting Even, e di molte opere di saggistica, tra cui una biografia di Marcel Proust. Ha curato un’antologia degli scritti saggistici e una raccolta delle lettere di Saul Bellow. È stato tra i migliori amici di Philip Roth, che gli ha dedicato il romanzo Il fantasma esce di scena.