Daniele Piccini, Luzi

Vita fedele alla vita

In Luzi, la monografia pubblicata da Salerno editore, Daniele Piccini offre un dettagliato ritratto del grande poeta nato a Castello il 20 ottobre 1914 e morto a Firenze il 28 febbraio 2005. Il punto di partenza di questa ricognizione è la constatazione che negli anni dieci del Novecento nascono una serie di poeti del calibro di Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Vittorio Sereni, Franco Fortini “una generazione solida, complessa, legata internamente da rapporti di coesione”. La ricerca poetica di Luzi, cominciata negli anni trenta con la prima raccolta La barca arriva a coprire un arco temporale molto ampio (si chiude del 2004 con il libro Dottrina dell’estremo principiante) e presenta opere fondamentali come Per il battesimo dei nostri frammenti (1985) e Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini (1994). Uno spazio a sé viene riservato da Piccini all'analisi dei testi teatrali di Mario Luzi e alla sua saggistica.

La preoccupazione fondamentale di Luzi sembra quella di non vincolare la letteratura e in particolare la poesia, a un’idea di reale già definita, rigida, pur richiamandosi proprio in quegli anni la sua poesia a un rinnovato contatto con la realtà oggettiva. Ma essa non sarà per il poeta soltanto la realtà sociale, storica, politica, ma la stessa percezione umana, la stessa elaborazione spirituale della realtà e della natura. Non un luogo chiuso e definito, ma lo spazio di un agonismo conoscitivo.


Daniele Piccini insegna Filologia della letteratura italiana presso l’Università per Stranieri di Perugia. Ha pubblicato edizioni critiche di poeti trecenteschi; ha curato un commento al Ninfale fiesolano di Boccaccio (Milano 2013) e un’antologia di poeti del secondo ’900 (La poesia italiana dal 1960 a oggi, ivi, 2005). Oltre che di Boccaccio, si è occupato di Dante e di Petrarca. Come esperto di Novecento e di poesia, collabora a vari giornali e riviste.