Gabriele Pedullà: il Fenoglio di Una questione privata

Beppe Fenoglio e la Resistenza

Secondo Italo Calvino, Una questione privata di Beppe Fenoglio era il libro che tutti gli scrittori della Resistenza, compreso lui, avrebbero voluto scrivere. Di Una questione privata, ci parla Gabriele Pedullà in questa intervista.

Il tema della verità e quindi della conoscenza torna costantemente nel romanzo di Fenoglio, e Fenoglio è bravissimo a mettere in scena una vicenda privata, privatissima, la più privata di tutte, l'amore di milton per fulvia, in uno spazio privato collettivo, mostrando le tensioni che questa caccia e ricerca individuale viene a creare con la questione pubblica - Gabriele Pedullà

Beppe (Giuseppe) Fenoglio nasce ad Alba (Cuneo), il 1º marzo 1922 da Amilcare e Margherita Faccenda. I genitori gestiscono una macelleria. Agli anni del liceo risale la sua passione per la lingua e la letteratura inglese e americana. S’iscrive alla Facoltà di Lettere di Torino. Chiamato alle armi, interrompe gli studi universitari. Nel 1943 frequenta un corso per allievi ufficiali; quindi viene trasferito a Roma, da dove, dopo l’armistizio dell’8 settembre, riesce a tornare ad Alba. Qui si arruola tra i partigiani. Negli ultimi mesi di guerra è ufficiale di collegamento con la missione inglese di stanza nel Monferrato. Dopo la liberazione, ritorna ad Alba. Lavora come procuratore presso un’azienda vinicola, la ditta Marenco e inizia a dedicarsi alla narrativa. Nel 1960 sposa Luciana Bombardi e nel 1961 nasce la figlia Margherita. Nel 1949 l’editore Einaudi rifiuta la sua prima raccolta Racconti della guerra civile; e l’anno successivo Elio Vittorini, sempre per Einaudi, gli consiglia di sacrificare il romanzo La paga del sabato per ricavarne due racconti. Solamente nel 1952 Vittorini gli pubblica, nella collana di narrativa I gettoni, di Einaudi, la raccolta di racconti I ventitregiorni della città di Alba. Poi, nel 1954, sempre nella stessa collana, esce il romanzo breve, centrato sul mondo delle Langhe, La malora. Deluso dalla sfavorevole accoglienza della critica e dalle riserve espresse da Vittorini su La malora, rompe con Einaudi e nel 1959 pubblica presso Garzanti il romanzo Primavera di bellezza, per il quale nel ’60 gli viene assegnato il Premio Prato. Nel 1962, inoltre, vince il Premio Alpi Apuane per il racconto Ma il mio amore è Paco, apparso sul n.150 di «Paragone». Nella notte tra il 17 e il 18 febbraio 1963 Fenoglio muore a Torino per un cancro ai polmoni. Nello stesso 1963 viene edita, insieme con Una questione privata, la raccolta di racconti Un giorno di fuoco, che ottiene il Premio Puccini-Senigallia. Postumi appaiono Frammenti di romanzo su «Cratilo» (luglio 1963), Aloysius Butor su «45° Parallelo» (1964) e L’affare dell’anima su «Fenoglioinedito» (1968). Dai manoscritti, raccolti ad Alba in un apposito Fondo Fenoglio sono stati ricavati: Il partigiano Johnny, vincitore del Premio Prato (1968) e La paga del sabato (1969).

Gabriele Pedullà è nato a Roma nel 1972. Docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università Roma tre, è alla guida della redazione de Il Caffè illustrato e collabora a FilmCritica, Riga e Alias, supplemento culturale de Il manifesto. Ha pubblicato saggi di cinema e sulla letteratura rinascimentale e del Novecento e ha curato edizioni delle Opere di C. Dossi (1999), dei Saggi critici di Francesco De Sanctis (2001). Nel 2001 ha pubblicato un saggio su Beppe Fenoglio (La strada più lunga - Sulle tracce di Beppe Fenoglio). Nel 2008 è uscito In piena luce. Le sue ultime pubblicazioni comprendono la raccolta di racconti Lo spagnolo senza sforzo (2009), i primi due volumi dell’Atlante della letteratura italiana, di cui è curatore insieme a S. Luzzatto e il romanzo Lame (2017).