Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri

Negli Ex Seccatoi del Tabacco i Grandi Cicli pittorici donati a Città di Castello

Il percorso museale fra le opere di Alberto Burri (Città di Castello 1915-Nizza 1995), si snoda in due spazi particolarmente suggestivi scelti dal Maestro a Città di Castello per poter raccontare tutta la sua storia artistica.
La Fondazione Palazzo Albizzini "Collezione Burri" nasce nel 1978 con una prima donazione di trentadue lavori. Il nucleo esposto nel rinascimentale Palazzo Albizzini, attualmente comprende circa centotrenta opere e costituisce il punto di partenza del percorso espressivo dell'artista, con le testimonianze dei lavori realizzati dal 1948 al 1989.
Venti le sale che presentano le radicali esperienze pittoriche di Burri, il particolare ed inedito uso di nuove materie – dal catrame alla tela di sacco, dal legno al ferro, dalle materie plastiche al cretto e al cellotex – l’uso di tecniche compositive che rinnovano quelle del collage e dell’assemblaggio fino all’impiego innovativo del fuoco.

Gli Ex Seccatoi del Tabacco, collocati nell’immediata periferia di Città di Castello, inaugurati nel 1990 e rinnovati con un attento intervento di musealizzazione concluso nel 2022, rappresentano un esemplare recupero di archeologia industriale voluto da Alberto Burri che li ha immaginati come luogo adatto ad ospitare le sue ultime, monumentali, creazioni. L’enorme complesso, che risale all’immediato dopoguerra, era destinato a raccogliere il tabacco coltivato nell’Alta Valle del Tevere e assolve, nel 1966, il nobile compito di accogliere i volumi della Biblioteca Nazionale, e del Tribunale di Firenze dopo l’alluvione, affinché fossero restaurati. Burri entra negli Ex Seccatoi, così come aveva fatto a Palazzo Albizzini, rispettoso di tutte le potenzialità di questo incredibile spazio, coniugandolo perfettamente ai suoi lavori più recenti. Vi sono esposte 128 opere realizzate fra il 1974 e il 1993, prevalentemente dedicate all’elaborazione del monocromatismo su grandi superfici pittoriche.

Ogni volta che percorriamo le sale degli Ex Seccatoi del Tabacco è una nuova emozione dettata soprattutto della capacità titanica dell'artista alla quale non ci si abitua mai. Osservare le opere di Burri all’interno di questa sede espositiva lascia sempre stupore e meraviglia.
Bruno Corà, Presidente Fondazione Burri


Alberto Burri: Sestante, 1982, Ex Seccatoi del Tabacco, Città di Castello

Nelle opere esposte l’interesse del pittore si concentra primariamente su un unico materiale: il cellotex, una sorta di impasto di legno impiegato sin dai primi quadri degli anni Cinquanta come supporto, che ora viene svelato e sulla cui superficie l’artista interviene a volte scalfendo, incidendo o sollevandone la pellicola più esterna, altre volte dipingendolo. Le opere sono collocate per “cicli” in hangar distinti. Ognuno di essi ha una sua sinfonia composta da più elementi, tutti in armonia fra loro e l’uno imprescindibile dagli altri. I cicli segnano la svolta di Burri verso un’arte più complessa e monumentale, una produzione stimolata proprio dal rapporto di queste opere con gli spazi degli Ex Seccatoi. Tre cicli: Annottarsi (1985-1987), Non ama il nero (1988), Grandi Neri (1989-1990) rappresentano un'estrema sfida pittorica dell'artista, un'esplorazione delle infinite potenzialità espressive del colore nero, il più amato, da cui il Maestro riesce ad estrarre effetti di luminosità e spazialità sempre diversi.


Alberto Burri, Il Nero e L'Oro, 1992-1993,; Metamorfotex,1991, Ex Seccatoi del Tabacco, Città di Castello 

Il 12 marzo 2017 è stata inaugurata una nuova sezione museale nei sotterranei degli immensi Ex Seccatoi per esporre tutta l’opera grafica del Maestro. Le tre sezioni espositive costituiscono, dunque, la raccolta più esaustiva del lavoro di Alberto Burri. L’opera grafica consta di 196 opere create fra il 1957 e il 1994. È un viaggio attraverso le incognite della tecnica grafica che Burri "piega” per ottenere quello che fino a poco tempo prima sembrava impossibile con quegli stessi mezzi. Esemplare la realizzazione delle Combustioni del 1964 e 1965 nelle quali è ricreato sulla carta il processo della combustione, in assenza dell’azione reale del fuoco. L’artista ritiene la produzione grafica campo di sperimentazione non meno di quanto non abbia fatto con le sue creazioni coeve. Fra le tecniche assolutamente nuove per la grafica: la mixografia e i multipli.  


Alberto Burri: Grande Ferro Sestante, 1982, Ex Seccatoi del Tabacco, Città di Castello