MAR - Museo d'Arte della Città di Ravenna

Il Museo della Città di Ravenna (MAR) si trova nel centro storico nel chiostro dell’Abbazia di Santa Maria in Porto, meglio conosciuta come Loggetta Lombardesca, che fu realizzato agli inizi del XVI secolo dalle maestranze campionesi e lombarde sotto la direzione dell’architetto e scultore veneziano Tullio Lombardo.
 
La città di Ravenna è nota per i mosaici, capolavori tardo-antichi custoditi nelle sue chiese; tuttavia nel monumentale complesso che ospita il MAR, oltre al primo nucleo della pinacoteca civica  con più di 300 opere tra dipinti e sculture  provenienti dalle soppresse corporazioni religiose e riferibili ad un arco cronologico che va dal XIV al XIX secolo, il visitatore ha modo di vedere anche una significativa  raccolta di arte contemporanea che comprende anche una collezione di mosaici moderni e contemporanei, unica in Italia.

Luca Barberini "Folla", 2009. 121,3 x 249,3 cm.

La vocazione contemporanea della collezione museale si percepisce già davanti alla facciata dell’ingresso principale del MAR accanto alla Basilica di Santa Maria in Porto, dove  dal 2005 si erge la grande scultura di un cavallo dell’artista Mimmo Paladino, alta 5 metri,  in terracotta dipinta con smalti, che è diventata un simbolo identitario del Museo.  Dal 2015 nel giardino di fronte al museo si è aggiunta l’opera RotoB,  una classica rotoballa di fieno a grandezza naturale riprodotta in tessere di mosaico dorate di tre sfumature diverse, realizzata dal mosaicista ravennate  Marco Bravura,  collocata tra aiuole fiorite.

All’interno del cortile del chiostro cinquecentesco invece da settembre 2021 troneggia l’opera Sacral,  di  Edoardo Tresoldi, artista milanese della “Materia Assente”, considerato tra gli artisti europei under 30 più influenti d’Europa. 

Sacral, una cattedrale in rete metallica realizzata da Edoardo Tresoldi nel 2016, è stata riallestita per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante in occasione della mostra Un’epopea POP ( in programma al MAR dal 25 settembre 2021 al 9 gennaio 2022), per rappresentare idealmente il Castello degli Spiriti Magni di Dante, le anime dei personaggi virtuosi del mito e dell'antichità, esclusi dalla salvezza in quanto pagani e per questo relegati nel Limbo.
 
Rai Cultura ha inserito il  MAR  nella serie Luoghi del Contemporaneo con una visita al Museo concentrata sulla raccolta di opere contemporanee che completano la vasta Pinacoteca  storica.  E’ un viaggio nell’arte dal Novecento fino ad oggi, documentato da un nucleo di dipinti e sculture di area informale, cui fanno seguito alcuni nomi di spicco della pop-art romana come Schifano e Tano Festa e protagonisti della corrente astrattista e di orientamento analitico, come Veronesi, Boetti, Dadamaino, Olivieri, Castellani, Griffa; la collezione comprende anche opere di Titina Maselli, Aldo Mondino, Maurizio Cattelan e  un’installazione di Gilberto Zorio. 

Nel maggio 2021 si sono conclusi i lavori di restauro del piano terra e il Mar ha aggiunto un secondo ingresso con un accesso dagli antistanti giardini pubblici. In quell’occasione per valorizzare le collezioni di arte moderna e contemporanea è stato organizzato il riallestimento in alcune sale del museo con opere di Mirko Basaldella e Emilio Greco, alle quali si è aggiunta sorprendentemente un’opera del più celebre degli street artist: Banksy. Si tratta di Flower Thrower  (Il lanciatore dei fiori), uno dei lavori simbolici e maggiormente conosciuti dell’artista inglese dall’identità misteriosa, che è stato lasciato in comodato di lunga durata presso il MAR da un collezionista privato.

Banksy, "Flower thrower" (Il lanciatore dei fiori), 2019. Serigrafia a 9 colori tirata a mano in tre parti su cartone da 1500 micron 85 x 65 cm; 107 x 76 cm; 47 x 57 cm, MAR - Museo d'Arte della Città di Ravenna, 2019.

Intanto la rimodulazione degli spazi espositivi è ancora in corso  e la collezione dei mosaici è attualmente in fase di riallestimento.

La ricca collezione dei mosaici presente al MAR fu iniziata nel corso degli anni ‘50 grazie a  un’iniziativa brillante del professor Giuseppe Bovini, docente di Archeologia Cristiana presso l’Università di Bologna, il quale già nel 1951 intendeva valorizzare la raffinata tecnica dei mosaicisti ravennati applicandola all’arte contemporanea.

Bovini aveva convinto il Gruppo Mosaicisti dell’Accademia di Ravenna (secondo Severini i maestri mosaicisti migliori in Italia), a riproporre in grandezza naturale alcuni particolari dei famosi mosaici bizantini delle basiliche ravennati. Questi hanno poi viaggiato nelle principali capitali d’Europa in una mostra itinerante, anche allo scopo di divulgare l’arte musiva ravennate.

Incoraggiato da quella felice esperienza Bovini, affiancato  da Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli, decise di contattare i migliori artisti fra i contemporanei affinché creassero bozzetti di opere da realizzarsi a mosaico: parteciparono esponenti di diverse correnti artistiche all’iniziativa tra cui Afro, Santomaso, Corpora, Moreni, Vedova, Birolli, Cagli, Campigli, Capogrossi, Cassinari, Deluigi, Gentilini, Guttuso, Mirko, Paulucci, Saetti, Reggiani e fra gli stranieri Chagall, Sandquist e Mathieu.

Renato Guttuso "Volo di colombe sull'aranceto", 1958. 121 x 151 cm.

I maestri mosaicisti che realizzarono i bozzetti furono: Cicognani, Medici, Molducci, Morigi, Musiani, Papa, Rocchi, Signorini, tutti della Bottega del mosaico diretta da Giuseppe Salietti. Mathieu e Deluigi scavalcarono la fase preparatoria del cartone realizzando personalmente il mosaico con l’aiuto di alcuni mosaicisti del gruppo.

La Mostra dei Mosaici Moderni, fu inaugurata il 7 giugno 1959 e resta, per la grande qualità delle opere e per il prestigio degli autori, una fra le più illustri testimonianze della produzione artistica della seconda metà del Novecento. Costituisce un fondamentale esperimento del possibile connubio tra i linguaggi dell’arte contemporanea e le soluzioni espressive del mosaico.

Questa mostra costituì il primo nucleo della collezione permanente del MAR ma nei decenni successivi si aggiungeranno molte opere “autonome”  realizzate da De Luca, Bravura, Nittolo, Racagni, Tinarelli, Notturni, Sartelli, Santi e Marzi, fino agli esiti più recenti firmati da giovani artisti che dell’antica tecnica musiva utilizzano soprattutto il concetto della composizione e la sintassi.